Il voto 2008 secondo Ilvo Diamanti

La geografia politica di Berlusconi
di Ilvo Diamanti
Basta guardare la mappa elettorale del centrodestra per capire perché abbia vinto queste elezioni. E perché sarà difficile, in futuro, batterlo di nuovo. A differenza della coalizione a sostegno di Veltroni, quella guidata da Berlusconi ha una geografia "nazionale". La coalizione di centrosinistra, imperniata sul Pd, riproduce, invece, come sempre, la mappa della sinistra. In particolare: del Pci e dei suoi eredi. Pds, Ds. Il Pd, fino ad ora, non è riuscito ad allargare altrove le radici. E ha intercettato solo una parte degli elettori della SA (intorno al 30%, secondo i flussi elettorali calcolati dall'Istituto Cattaneo con il modello di Goodman, in alcune città del Nord). Il centrodestra, invece, è ben distribuito. Se consideriamo anche l'Udc e la Destra (in altri termini: i confini della CdL), raggiunge il 59% nel Nord e nel Sud, scende al 53% nel Centro-Sud (Lazio, Abruzzo e Molise), mentre è più debole nelle "regioni rosse". Dove, comunque, totalizza il 43%. Il risultato migliore dal 1996 ad oggi. Simmetricamente, il centrosinistra è forte soprattutto nelle regioni rosse. (55%), ma scende notevolmente (al 39%) sia nel Nord che nel Sud. Nelle zone rosse, peraltro, il centrosinistra, in queste elezioni, consegue il risultato peggiore dopo il 1994...
tratto da
Analisi e cartografia del voto
Il rapporto con la dimensione territoriale ha sempre costituito una chiave interpretativa di cruciale importanza, nella spiegazione delle dinamiche elettorali italiane. Il terremoto politico che ha attraversato il Paese all'inizio degli anni Novanta ha messo solo parzialmente in discussione la forza di questa relazione. La profonda ri-definizione del paesaggio politico e partitico e il sostanziale passaggio da una "democrazia dei partiti" ad una "democrazia del pubblico", infatti, non hanno fatto venire meno il nesso tra comportamento di voto e territorio. La geografia elettorale della Seconda Repubblica ha continuato a suggerire, attraverso i diversi appuntamenti di voto, elementi di forte continuità, proponendo dei pattern che, in alcuni casi, richiamano schemi che hanno contraddistinto l'intera storia repubblicana.Le elezioni Politiche del 2008 hanno rappresentato un nuovo, esplicito momento di cesura rispetto al passato, secondo alcuni osservatori il passaggio ad una possibile Terza Repubblica. La competizione ha tenuto a battesimo soggetti politici del tutto nuovi, sigle e simboli del tutto inediti hanno fatto la propria comparsa sulla scheda elettorale: le due formazioni che hanno raccolto il maggior numero di voti, in particolare, erano al debutto assoluto. Soprattutto, l'esito delle consultazioni ha determinato una profonda semplificazione del quadro politico, e una forte riduzione dei partiti rappresentati in Parlamento.Che impatto hanno avuto queste trasformazioni sull'impianto territoriale del voto? In che misura, dietro la geografia elettorale del 2008, è possibile scorgere indizi di novità e in che misura, all'opposto, la distribuzione del voto ai principali partiti e cartelli elettorali riproduce schemi e configurazioni già note in precedenza? Fino a che punto la nascita di nuove liste, determinate dalla fusione di soggetti politici già presenti sulla scena politica, ha contribuito a ridefinire l'originaria dislocazione territoriale degli elettorati di partenza?In questa sezione del sito, Demos fornisce alcuni primi spunti di riflessione per l'analisi ecologica del voto, attraverso una rassegna di elaborazioni cartografiche "di base" sul risultato delle consultazioni Politiche 2008. I dati sono organizzati per singolo partito e per coalizione, seguendo l'attuale configurazione dell'offerta politica, ma anche andando a ricostruire le due grandi aree di centro-destra e centro-sinistra che, con diverse geometrie, hanno caratterizzato la vita politica dal 1994 in poi. Si tratta, precisiamo, di materiali ancora grezzi che Demos mette a disposizione della comunità scientifica e degli analisti politici, al fine di favorire il dibattito su questi temi e fornire le fondamenta per successive e più dettagliate analisi.Il materiale cartografico proposto in queste pagine ricorre, perlopiù, alla dimensione provinciale. E' stata considerata l'attuale ripartizione amministrativa a 110 province, escludendo però dall'analisi Aosta e Bolzano, data la loro specificità politico-elettorale. Le mappe relative alle zone di forza dei partiti, o aggregati partitici, utilizzano in larga misura la classificazione definita dai quartili. Le unità territoriali, in altre parole, sono state suddivise in quattro fasce, di uguale numerosità (27 province ciascuna), in base ai valori della variabile di volta in volta presa in esame. Per ciascuna forza politica, viene proposta sia la distribuzione territoriale nel voto 2008, sia le differenze in punti percentuali rispetto al risultato del 2006.
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