Opere pubbliche, rischio paralisi e fallimenti di aziende
Upi Toscana lancia l'allarme: 800 milioni bloccati dai vincoli del Patto di stabilità
Una sostanziale paralisi nella realizzazione di importanti opere pubbliche e infrastrutturali, commissionate dalla Regione alle Province, e il rischio di fallimento per imprese appaltanti e subappaltanti di queste opere.
E' il quadro decisamente allarmante che è emerso oggi nel corso del consiglio direttivo di Upi Toscana chiamato a esaminare le linee sulle quali si muoverà la nuova legge regionale sul Patto di stabilità del 2011.
'Nel 2010 siamo stati penalizzati in maniera pesantissima, esclusi quasi del tutto dai benefici delle risorse che la Regione ha stanziato', sottolinea Andrea Pieroni, Presidente Upi Toscana -. 'Adesso se la situazione si dovesse ripetere e i vincoli previsti dal patto di stabilità regionale non venissero allentati o modificati, le opere già appaltate e cantierate saranno interrotte e le Province, a cui la Regione ha affidato il compito di realizzarle, non potranno più pagare le imprese alle quali sono state commissionate, con il conseguente rischio fallimento per loro e per le aziende subappaltanti. Gli interventi ancora non appaltati non partiranno per niente con il conseguente stallo per il territorio'.
'A fronte di risorse disponibili per opere pubbliche di un miliardo di euro, la possibilità di spesa è limitata a 200 milioni. 800 milioni di euro dunque rischiano di restare bloccati dai vincoli attuali frutto della politica economica del governo centrale'.
'E' evidente che il margine di manovra della Regione è parziale' prosegue Pieroni ' ma, nell'ambito delle possibilità degli enti interessati ci auguriamo di poter far sistema per immettere risorse preziose per il rilancio dell'economia Toscana'.
'Ad Arezzo ' ricorda ad esempio Roberto Vasai, vicepresidente di Upi Toscana ' abbiamo in ponte la realizzazione di interventi sulle sole strade regionali per settanta milioni di euro, con risorse già in cassa, ma una capacità di spesa limitata a 16 milioni. Se non cambia qualcosa i cantieri si fermeranno, con danni gravi per il territorio e per le aziende'.
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