L'incorazione di Obama

Denver, l'America torna a sognare con Obama
Roberto Rezzo (unita.it)


Nel giorno che segna il 45mo anniversario del discorso di «I have a dream» di Martin Luther King, Barack Obama ha accettato davanti a 84mila spettatori nello stadio di Denver e a 30 milioni di spettatori televisivi, la candidatura democratica per la corsa alla Casa Bianca. Barack Obama ha accettato «con profonda umiltà e gratitudine» la nomination democratica partendo subito all'attacco di John McCain, clone della «presidenza fallita» di George W. Bush, e contro «la politica zoppa di Washington». Il candidato democratico ha proposto all'America in crisi per otto anni di amministrazione repubblicana il suo sogno di rinascita in nome di una «nuova promessa»: la promessa «che ciascuno di noi è libero di vivere come vuole ma che abbiamo anche l'obbligo di trattaci l'un l'altro con dignità e rispettò. J.F.K. nel 1960 aveva proposto all'America una Nuova Frontiera, Bill Clinton nel 1992 una Nuova Alleanza».

«AMERICA, questo non è il momento dei piccoli passi», ha detto Barack Obama accettando la nomination democratica circondato da una folla adorante stipata nello stadio dei Broncos Denver, alle pendici delle Montagne rocciose. Ha promesso di tagliare le tasse, mettendo in chiaro che questa volta tocca alle famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Non alle grandi corporation e a quel 5% di straricchi che della crisi economica se ne infischiano, baciati in fronte dalla politica fiscale dell'amministrazione Bush.

ORA BASTA «Questa notte, lo dico agli americani, ai democratici, ai repubblicani e agli indipendenti di questo grande Paese: è l'ora di finirla con la politica di George W. Bush e Dick Cheney. Hanno fatto a pezzi l'America». Il pubblico agita bandiere e grida all'unisono: "Yes, we can!". Possiamo voltare pagina.

IL PROGRAMMA Ha promesso riforme sostanziali nei settori chiave: istruzione e sanità. «Questo è il momento di rispondere a un obbligo morale: garantire a ogni bambino un'educazione di qualità e a ogni americano una copertura sanitaria. Alla portata di tutte le tasche. Se avete un'assicurazione privata, vi assicuro che la pagherete di meno. E se non l'avete, vi assicuro che potrete accedere a un piano come quello di cui oggi godono i membri del Congresso».

LA GUERRA «Se John McCain vuole discutere su chi abbia il temperamento adatto e la capacità di giudizio necessari per essere a capo delle Forze armate, questo è un dibattito che non vedo l'ora di affrontare». Si è impegnato a finire "in modo responsabile" il conflitto in Iraq. E a combattere davvero i terroristi di Osama bin Laden.

DIRITTI Obama è riuscito a dribblare le questioni più spinose, quelle che più dividono lo stesso elettorato democratico. Sul tema dell'aborto, ha messo in chiaro che probabilmentre il suo punto di vista non è quello di gran parte dell'opinione pubblica americana. E spiegato che si può essere a favore della libertà di scelta delle donne e lavorare per fare in modo che si riduca drasticamente il numero di gravidanze indesiderate. La vera anticamera dell'aborto. Non una parola sulle discriminazzioni razziali, quelle di genere, o sull'orientamento sessuale. Se l'è cavata con una battuta autoironica: «So di non avere il pedigree classico per un candidato alla presidenza degli Stati Uniti». E ha ricordato l'insegnamento della sua mamma bianca: «Mai giudicare le persone dalle loro apparenze. Mai trattare in modo diverso chi è diverso».

APPLAUSI senza fine, una vera e propria ovazione. Illuminata dai fuochi d'artificio con il colori della bandiera americana. Oggi il repubblicano McCain dovrebbe annunciare la scelta del suo vice. Le indiscrezioni puntano su Joe Lieberman, ex senatore dem del Connecticut. L'ex numero due di Al Gore nel 2000. Trombato alle primarie nel 2006 per il sostegno alle guerre di Bush, si è fatto rieleggere come indipendente grazie ai quattrini del sindaco miliardario di New York Michael Bloomberg. Un suo intervento a favore di McCain è già in programma alla convention repubblicana che inizia lunedì prossimo a Minneapolis. Ma la notte di Denver è ancora tutta e solo per Obama

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