Il discorso fatto da Prodi alla Camera

IL DISCORSO DI ROMANO PRODI A MONTECITORIO
Signor Presidente, Onorevoli colleghi,
intervengo in quest’Aula a seguito della crisi venutasi a creare nella maggioranza dopo la decisione dell’Udeur di non farne più parte. Sicuramente sulla scelta del partito del senatore Clemente Mastella ha influito la vicenda giudiziaria che lo ha investito sul piano personale e politico, episodio per il quale gli ho espresso personalmente e a nome del governo piena solidarietà assumendo l’interim del Ministero della Giustizia. Solidarietà che gli ho in più occasioni rinnovato, così come è stato fatto da tutti i partiti della coalizione. Clemente Mastella non è stato lasciato solo, né come esponente politico, né come Ministro della Repubblica, né tanto meno come uomo.
Oggi era previsto che io dovessi esporre qui la relazione annuale sullo stato della giustizia. Impegno al quale, sia pure brevemente, intendo fare onore.
Il nostro è uno Stato nel quale proprio al potere giudiziario è affidato il compito di affermare e tutelare sempre la sovranità della legge. Una sovranità che si impone ovviamente anche ai giudici e che chiede ad essi di essere i primi a sottoporsi con lealtà e, permettetemi di dire, purezza di cuore e serenità di intenti, al rispetto pieno delle nostre regole giuridiche.
Riguardo alla relazione a cui oggi mi riferisco, è dovuto al senatore Mastella un sincero apprezzamento. Per il lavoro fatto come Ministro che, dopo aver operato con passione non solo per portare a compimento la più ampia riforma dell’ordinamento giudiziario che il nostro Paese abbia avuto, ma anche per avviare molte e importanti interventi di cui vi è ampia traccia nella relazione che è stata depositata al Parlamento a nome dell’intero Governo.
Una relazione ricca non solo di dati e di bilanci ma anche di problemi e di interrogativi; di riflessioni critiche e di chiari inviti al Parlamento affinché le tante iniziative già avviate possano trovare presto piena approvazione.
Una relazione che riflette con rigore le luci e le ombre della giustizia italiana nella difficile fase storica che stiamo vivendo; che dà forte sostegno ai giudici, ai quali come potere e come ordine va l’apprezzamento e la riconoscenza del Paese. Una relazione che chiede alla classe politica e al Parlamento un eccezionale impegno.
Una relazione, voglio ancora sottolinearlo, che è stata approvata da tutto il Consiglio dei Ministri e che dunque costituisce, in ogni sua parte, la posizione dell’intero Governo.
Gli ultimi quindici anni sono stati contrassegnati da una situazione, a volte palese e a volte nascosta, di tensioni tra politica e magistratura; tensioni rese più drammatiche dalla crisi di fiducia che ha purtroppo interessato entrambi i settori...

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