D'Alema: crisi grave, occorre una riforma morale e intellettuale

D'ALEMA: SERVE UN GOVERNO PER SALVARE IL PAESE
26 Gennaio 2008
Il teatro è quello dell’Auditorium Massimo di Roma, stracolmo. L’occasione è il decennale della fondazione Italianieuropei. La situazione è quella, nota a tutti, di una crisi di governo che sta accendendo un grande dibattito politico sulle sue modalità di risoluzione. In questo scenario, oggi, ha preso parola Massimo D’Alema, con un intervento di altissimo livello politico, nel quale ha analizzato l’attuale delicatissimo momento istituzionale, non omettendo di proporre delle soluzioni coraggiose e rivolgendo il suo appello a tutte le maggiori forze parlamentari del Paese.CRISI GRAVE: OCCORRE UNA RIFORMA MORALE E INTELLETTUALENell’introdurre il suo intervento Massimo D’Alema non nasconde le preoccupazioni per le sorti del Paese, in un momento in cui il disorientamento dei cittadini nei confronti della politica è ai massimi storici. “La crisi grave che sta attraversando il Paese non è solo crisi di un governo, di un sistema politico, di questo bipolarismo. E' una crisi che attraversa orizzontalmente la classe dirigente del Paese e che richiede una riforma morale e intellettuale”. Per questo “non possiamo nascondere la preoccupazione vivissima per il futuro del nostro Paese”. L’analisi di D’Alema non si limita al livello politico, pur nella criticità del momento che sta vivendo. “C'è una crisi che si manifesta anche con il venire meno delle ragioni dello stare insieme, con il prevalere degli interessi particolaristici rispetto agli interessi di tutti”. Il ministro degli Esteri traccia una parallelo con la crisi degli anni Novanta: “Dopo aver liquidato la classe politica e averla sostituita, la situazione non è peggiorata, ma certo non è stata risolta”. Ora più che mai, dunque, serve una riforma “morale e intellettuale del Paese: a questo impegno intendiamo contribuire: non siamo una corrente o un centro di potere – afferma riferendosi alla fondazione Italianieuropei – ma cercando di essere un laboratorio per la ricerca di soluzioni nuove".
OCCORREREBBE UN GOVERNO PER SALVARE IL PAESERiferendosi alla stringente attualità politica, che fa seguito alla caduta del governo Prodi, D’Alema non ha il minimo dubbio sul da farsi. “Occorrerebbe un governo per salvare il Paese. Siamo alla vigilia di un possibile fracasso che non può non peggiorare le cose, se non c'è la responsabilità della classe dirigente che anziché precipitarsi in uno scontro privo di senso faccia le riforme necessarie per il Paese”. Una linea comune a quella del segretario del Pd Walter Veltroni e attorno alla quale tutto il partito ha trovato unità e compattezza. D’Alema invoca in questo senso la “convergenza delle forze politiche principali”, rimarcando comunque che “qualsiasi governo nasca ora dovrà affrontare anche la difficile crisi finanziaria” che si sta verificando su scala non solo nazionale, ma soprattutto mondiale. Un esecutivo che, di fianco alle necessità più impellenti per il Paese, “sia in grado di fare le riforme essenziali” per la Repubblica. Insomma, quella invocata da D’Alema è “una tregua tra gli schieramenti politici” che consenta di guardare agli interessi di tutti, facendoli prevalere su quelli di parte.
GLI OBIETTIVI: LEGGE ELETTORALE A PARTIRE DALA BOZZA BIANCO E RIFORME ISTITUZIONALIChi vuole “precipitare il Paese” verso le elezioni dimostra di “non avere senso di responsabilità nazionale”. Massimo D'Alema non usa mezzi termini e si rivolge in particolare al leader del centrodestra Silvio Berlusconi. “Voglio dire all'onorevole Berlusconi, che giustamente è molto attento alla popolarità, che un governo di questo tipo sarebbe popolarissimo”. Poi precisa: “Il Pd è pronto, Walter Veltroni lo ha ripetuto questa mattina”. Un esecutivo per fare la legge elettorale sulla base della bozza Bianco, completare la riforma istituzionale avviata alla Camera e modificare i regolamenti parlamentari “per evitare che le liste elettorali siano come delle cluster bomb per cui da una lista si producono cinquanta partiti”. Insomma ci vuole una riforma che “riduca chirurgicamente l'ipertrofia della politica democratica e restituisca autorità alla stessa”. Questo governo, sottolinea D'Alema, “esaurito il proprio compito lascerebbe il campo alla competizione bipolare”. Un bipolarismo diverso da quello che ha contraddistinto l’ultima era politica. “E’ finita una stagione – sottolinea – quella delle coalizioni coatte e dei raggruppamenti nati l'uno contro l'altro. Occorre con coerenza mettere in campo una nuova proposta e andare fino in fondo a questa assunzione di responsabilità”.
VISTI I PRECEDENTI, TEMO CHE APPELLI A BERLUSCONI CADANO NEL VUOTOUn governo che pensi al bene dell’Italia. D'Alema non nasconde di temere una risposta negativa a questa proposta da parte di Berlusconi: “Abbiamo dubbi – dice – che il nostro appello al senso di responsabilità possa essere accolto. Un dubbio fondato sui precedenti, sull'inguaribile propensione a guardare ai presunti interessi personali”. Dubbi se possibile ancor più fondati sull’affidabilità del leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini che, negli ultimi anni, non ha certo brillato per coerenza. “Come giudicare – si domanda D’Alenma – il comportamento di un uomo politico che prima fa una legge elettorale, poi promuove un referendum per abrogare quella legge, e poi vuole le elezioni per annullare il referendum che ha promosso…”. Insomma il timore è “che la bramosia di tornare al potere sia più forte degli interessi del Paese, si privilegia l'idea di mettere su un caravanserraglio - dice riferendosi alla coalizione di centrodestra - approfittando di una legge elettorale che è una porcheria. Ma dobbiamo lavorare fino all'ultimo”.
SE FALLISCE GOVERNO PER RIFORME, LA RISPOSTA E' IL PDLa risposta del Partito democratico alla crisi di Governo è quella di dar vita “a un governo per salvare il Paese, noi siamo disponibili senza pregiudiziali”. Ma se non si dovesse arrivare a questa soluzione “la nostra risposta è il Partito democratico, il suo progetto per il Paese, la sua visione riformista, la coerenza di programma e il messaggio che rivolge all'Italia. Se sfida ci sarà, metteremo in campo questa grande novità, l'unica speranza, il partito nuovo che stiamo costruendo”. Massimo D'Alema, nonostante gli appelli alla responsabilità, mostra di non temere la prospettiva delle elezioni anticipate. Anzi, sottolinea, alle prossime elezioni il Pd rispetterà la propria “vocazione maggioritaria, ovvero presenterà un programma di governo per il Paese e farà accordi con chi condividerà l'impostazione programmatica”. Il ministro degli Esteri, in proposito, ribadisce la “vocazione maggioritaria” del nuovo partito, e auspica che in questa fase si possa assistere ad una forte accelerazione nel processo costituente. In questo processo, analizza D’Alema, si dovrà realizzare un “equilibrio tra personalizzazione della leadership, rapporto aperto e classica militanza”. Infine, conclude, “è evidente che chi ha eletto Veltroni deve conferirgli, oggi più che mai, quella delega di autorità e fiducia di cui c'è bisogno in questo momento”.

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